Recensione Garden Prog 2011
13 maggio: Il primo weekend inizia con gli ICY WATERS UNDERGOUNDIl, gruppo veronese che omaggia il periodo psichedelico dei Pink Floyd si sposta in avanti nel tempo per riproporre “Animals” proposto qui per la prima volta. In difficoltà nella prima parte del concerto (in “Dogs” il gruppo fatica ad emozionarsi e ad emozionare) migliora un po’ alla volta, ma non convince del tutto. Per me, che li ho visti e apprezzati più volte, non è stata una delle loro serate migliori. L’ attenuante: gli Icy Waters hanno dovuto sostituire i Masons, il gruppo che avrebbe dovuto aprire la rassegna, che un mese fa ha purtroppo perso il batterista in un incidente stradale.
20 maggio: ACCORDO DEI CONTRARI
Il secondo week-end del Garden Prog si apre con un quartetto che propone musica strumentale in perenne equilibrio tra tecnica e melodia. Con una chitarra dalla propensione ritmica, inevitabilmente il “peso melodico” della band è quasi totalmente a carico del tastierista che diffonde sonorità vintage grazie a un parco-strumenti da favola: Hammond+Leslie, Arp Odissey, Piano Rhodes. Ad un impatto sonoro che talvolta può ricordare la musica degli Area si contrappone un sound spesso “canterburyano”, sound che ha sempre fatto breccia nel mio cuore. Ascoltandoli mi viene spontaneo trovare similitudini con i miei concittadini DFA o con gli Arti e Mestieri. Il concerto è una alternanza di momenti aggressivi con altri più riflessivi, con il risultato di un ascolto piacevole sia per chi ricerca la tecnica sia per chi preferisce farsi cullare da sonorità morbide.
20 maggio: LA LOCANDA DELLE FATE
La Locanda delle Fate è stata accolta da un pubblico numeroso e curioso di sentire dal vivo i brani di “Forse le lucciole non si amano più” l’unico loro album uscito nel ’77. Su questo album, che gli ascoltatori in sala conoscevano molto bene, è stato in effetti improntato l’intero concerto. L’unica eccezione: un mezzo-inedito, “Crescendo”, un vecchio brano strumentale, che il gruppo eseguiva dal vivo negli anni 70, completato da poco con un testo. Davvero un bel brano!
È stato un bel concerto, fatto da un gruppo di “amici-amici” attesi da tanto tempo a cui si è legati non solo dalla musica ma anche da un po’ di affetto. E la serata si è riempita di “vibrazioni positive” che hanno aggiunto valore alla bravura dei musicisti. Bello!!!
21 maggio: 1) ASTRALIA 2) CAVALLI COCCHI-LANZETTI-ROVERSI
Al Club il Giardino si esibiscono gli “Astralia” e “Cavalli Cocchi-Lanzetti-Roversi” con ospite Aldo Tagliapietra, ma il fotografo della recensione non era presente perchè si trovava a Torino.
22 maggio: THE RED ZEN
Ultima serata per il Garden Prog 2011. Stasera il bravissimo chitarrista Ettore Salati (The Watch, Alex Carpani Band) ritorna al club con un suo recente progetto: The Red Zen. La proposta musicale del quartetto è un progressive strumentale; brani costruiti attorno ad un riff o ad un giro ritmico dove trovano spazio i “solo” di chitarra (soprattutto) e tastiere. Queste ultime peraltro non molto presenti nell’economia dei brani, poco udibili se non in occasione degli assolo.Sono rimasto un po’ perplesso nel vedere in più di un caso scambi di occhiate e altri gesti eloquenti tra i musicisti, come se talvolta non fossero sicuri di come dover suonare i brani. Ma poco dopo loro stessi svelano l’arcano: il CD appena uscito “Void” altro non è che il frutto di 6 ore di jam session, arrangiate, poi ri-registrate e infine messe su Cd. Ettore Salati è evidente protagonista assieme alle sue chitarre, che cambia spesso. Capita di vedere una doppio manico 12+6 corde e perfino un sitar. Per il brano “Alexa In The Cage”, unico brano cantato del disco, sale sul palco alla voce come ospite Joe Sal, fratello di Ettore. Il concerto scorre veloce senza particolari cose memorabili da raccontare.
22 maggio: GRAN TORINO
Chiude il festival un’altra band veronese i Gran Torino. Anche la proposta musicale di questo secondo quartetto è un progressive strumentale, questa volta non frutto di improvvisazioni! I brani estratti dal recente album “grantorinoProg” sono brevi. La band è affiatata e il suono compatto, con il baricentro spostato verso la chitarra a discapito delle tastiere, impegnate prevalentemente in armonie appartenenti più al metal che al progressive canonico. Per sentire un assolo “classico” del pur bravo tastierista dobbiamo aspettare le cover, queste sì invece tutte appartenenti a gruppi dell’area progressive: Tarkus, Il Ragno, Watcher of the Sky, Luglio Agosto Settembre (Nero), Cinema Show, È Festa (alcuni brani interi, altri solo degli estratti). Una volta impazzivo per gli assoli del batterista di turno (Emerson su tutti) adesso li trovo inutili, mi danno quasi fastidio, ecco quindi che, senza entrare in giudizi tecnici, non ho particolarmente apprezzato il solo di questa sera. In conclusione, e ricordando le premesse di cui sopra, il genere va “ascoltato” e non “sentito” come tanta altra musica, quindi difficile giudicare dopo un solo ascolto, detto ciò i brani, al primo impatto, scorrono via senza particolari distinzione uno dall’altro. Da riascoltare con calma… i link li trovate come sempre qui sotto.